Image

Mercati energetici e COVID-19

Crollano a picco tutte le commodity

 

Il coronavirus o COVID-19 è ormai diventato un pericolo globale, capace di bloccare interi settori dell’economia dei Paesi e mettere in crisi le borse di tutto il mondo.  Probabilmente solo a distanza di anni potremo percepire la gravità del momento. Di sicuro le conseguenze si sentiranno nel medio-lungo periodo. Il settore energetico non è sicuramente un settore risparmiato dall’emergenza, anzi è probabilmente uno di quelli che più ne risente.

In un’ottica standard di mercato, al crollo della domanda energetica causata dai numerosi protocolli di emergenza attuati dai vari Stati, si accompagna un’offerta di mercato che non trova più sbocchi e che si traduce in un crollo del prezzo dell’offerta. I valori delle quotazioni “EEX futures” per le forniture di energia elettrica hanno registrato un calo di oltre 10 €/MWh da inizio anno, avvicinandosi rapidamente ai livelli di minimo storico di aprile 2016. Il mercato delle quotazioni EUA (quotazioni CO2), potenzialmente un mitigatore del crollo, ha seguito lo stesso deciso andamento al ribasso, accentuando la caduta del costo di produzione dell’energia e quindi dei prezzi offerti sul mercato.

Il mercato del gas naturale, d’altra parte, non è mai stato così economico dal 2013 ad oggi, complici le temperature miti dell’inverno e la gran quantità di GNL disponibile per il mercato europeo. La produzione di energia elettrica da turbogas è favorita, riducendo ulteriormente i prezzi spot del mercato all’ingrosso dell’energia elettrica e la richiesta di permessi EUA connessi alle centrali termoelettriche a carbone. Infine il greggio, da sempre il principale indice di riferimento per i mercati energetici, non è mai stato così debole dal 2010, con quotazioni nei mercati spot dimezzate da inizio marzo ad oggi. In questo caso però, il fattore COVID-19 passa quasi in secondo piano rispetto a questioni di politica internazionale, con una guerra di prezzi messa in atto tra Paesi Opec, Stati Uniti e Russia.

Di seguito si proverà ad analizzare nel dettaglio i vari mercati energetici.

Petrolio e Brent

Il mercato spot “Brent Crude Oil” è sicuramente indicativo del periodo di emergenza che stiamo attraversando. La significativa diminuzione della domanda, prima cinese e poi europea, e la politica adottata dai Paesi produttori che pur di non perdere i propri mercati hanno drasticamente ridotto i prezzi di vendita, hanno letteralmente dimezzato il valore del greggio in meno di un mese.

 

Fonte: https://markets.businessinsider.com/commodities/oil-price

 

Il 25/03/2020 il mercato spot ha fatto registrare un valore di chiusura di 25,06 $/bb (dollari americani a barile), inimmaginabile considerando che il prezzo medio di dicembre 2019 era stato 67,12 $/bb.

 

 

Gas naturale

Il mercato del gas naturale è molto complesso ed il suo andamento risente di numerosi fattori che si uniscono alla generale diminuzione della domanda dovuta al COVID-19.

 

1. In primo luogo ci sono le temperature. L’inverno che si sta per concludere, a livello europeo è stato probabilmente uno dei più caldi degli ultimi anni. La richiesta di gas naturale ad uso riscaldamento è stata molto minore del previsto e i depositi nazionali, riempiti nel corso dell’anno in previsione del picco invernale, sono rimasti pressoché intaccati.

2. Il GNL (gas naturale liquefatto) negli ultimi anni è diventato un vettore energetico molto importante nel panorama europeo. Rappresenta un metodo di approvvigionamento estremamente valido, capace di ricavarsi un significativo spazio all’interno del mercato nazionale e ridurre la dipendenza dall’import russo e nord africano. Quest’anno i fornitori di quasi tutto il mondo di GNL stanno esportando in Europa in seguito al crollo dei prezzi in Asia.

3. La guerra dei prezzi Anche in questo caso troviamo Stati Uniti e Russia che si contrappongono per il mercato europeo. I primi che vogliono inserirsi prepotentemente nel mercato europeo con le loro navi di GNL, i secondi, da sempre operatori principali sul panorama europeo, che vogliono mantenere il “dominio”.

 

Questa complessa concomitanza di fattori ha spinto il valore delle quotazioni PSV “futures” al minimo storico, risultato rispecchiato anche nei mercati spot.

 

 

 

Energia elettrica

Il principale attore del crollo delle quotazioni dell’energia elettrica è sicuramente il crollo della domanda. L’emergenza sanitaria ha drasticamente influenzato la produzione industriale, riducendo le attività nei settori “essenziali” e chiudendo completamente settori non considerati indispensabili per far fronte all’emergenza.  Le misure di contenimento avviate in un primo momento a livello nazionale, si sono poi estese a livello europeo, riducendo ulteriormente i consumi.

Il mercato spot è sicuramente influenzato dal contingente momento di emergenza con consumi ridotti al minimo e in parte anche da un minor costo di produzione di energia elettrica tramite le centrali a turbogas che si approvvigionano di gas a prezzi molto bassi. I prezzi della borsa elettrica (PUN) sono scesi da valori superiori ai 40 €/MWh di gennaio e febbraio, sino ai circa 25 €/MWh degli ultimi giorni.

 

 

I prezzi futures dell’energia elettrica nel breve periodo (anni 2021 e 2022) sono quelli che risentono maggiormente di questa crisi portando le quotazioni per l’anno 2021 a circa 44 €/MWh, quando la media di gennaio delle quotazioni offerte lo scorso anno era di 58,38 €/MWh. Per l’anno 2022 il valore della quotazione all’ingrosso si attesta attorno a 46 €/MWh mentre la media del 2019 era di 56,80 €/MWh. Restano ancora a livelli poco più alti le quotazioni per gli anni successivi.

 

 

Come già anticipato, grande influenza sul costo di produzione dell’energia elettrica e quindi sui prezzi offerti sui mercati all’ingrosso, la hanno i “futures” del gas naturale, necessari per il funzionamento dei turbogas, e i “futures” dei permessi di emissione (EUA), obbligatori per tutti gli impianti di produzione con potenza installata maggiore di 20 MW. Questi, risentendo del generale andamento delle borse e della Brexit che pone dubbi in merito alla quota di permessi destinati al Regno Unito, hanno registrato un vero e proprio crollo delle quotazioni nell’ultimo periodo, trascinandosi di pari passo le quotazioni dell’energia elettrica.

 

 

I nostri articoli sono di carattere tecnico, apolitici e anche se a volte moderatamente polemici (nel merito delle questioni tecniche come incentivazioni concesse e poi modificate ex post), non lasciano spazio a considerazioni esistenziali. Questo articolo vuole terminare con una chiosa sul momento drammatico che stiamo vivendo e che riguarda la nostra vita, il lavoro, le abitudini, le nostre famiglie e i nostri amici. Torna utile rammentare il mito greco del vaso di Pandora, dal quale, una volta aperto, uscirono tutti i mali del mondo che si sparsero su tutta la terra, facendo iniziare i problemi per gli uomini. I mali erano la malattia, la morte, l’inganno, la delusione, la miseria, la violenza… Per ultima, dal vaso, uscì la speranza. È proprio con la speranza che vogliamo terminare queste considerazioni, perché ogni momento difficile, prima o poi, si supera e sarà così anche questa volta.

Nel frattempo consigliamo di monitorare bene il prezzo delle commodities… e magari approfittarne per bloccare qualche posizione.