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MSD e unità di consumo: in avvio il nuovo progetto pilota

Il Mercato dei Servizi di Dispacciamento si apre alle unità di consumo e crea nuove interessanti opportunità

 

Siamo ancora nella fase sperimentale di questo interessante progetto pilota che potrebbe portare ad una profonda riforma organica del settore. Infatti, fino ad ora, il MSD (Mercato dei Servizi di Dispacciamento) è stato una peculiarità riservata esclusivamente a unità di produzione quali centrali a carbone, ad olio combustibile e a gas oppure alle rinnovabili programmabili (centrali idroelettriche in primis); veloci nel modulare la propria produzione, ma spesso anche molto care.

In risposta a questa esigenza di ridurre i costi relativi al servizio del dispacciamento per l’intero sistema elettrico e, coerentemente con quanto stabilito nel regolamento europeo “Establishing a guideline on electricity balancing” (Delibera 300/2017), l’AEEGSI ha deciso di aprire il mercato anche alle rinnovabili non programmabili (eolico, solare), ai sistemi di accumulo e soprattutto alle unità di consumo.

Le unità di consumo, previo soddisfacimento di determinati requisiti di ammissione, potranno ridurre temporaneamente il loro prelievo, di fatto svolgendo un servizio equivalente ad un aumento di immissione da parte delle unità di produzione. Esse potranno essere aggregate in Unità Virtuali Abilitate di Consumo (UVAC) e tramite il proprio utente del dispacciamento (generalmente il fornitore) fare un’offerta nel MSD. In tale offerta dovrà essere specificato il prezzo, il giorno, il periodo di tempo in cui ci si rende disponibili a modulare (minimo 4 ore consecutive) e la quantità da modulare.

È importante sottolineare che, qualora l’offerta venisse accettata da Terna, ci si rende disponibili alla modulazione ma non necessariamente questa può avvenire, infatti l’UVAC sarà obbligata a modulare il proprio consumo solo in caso di ricezione dell’ordine di dispacciamento ed entro 15 minuti dovrà portarsi alla sua potenza minima (dichiarata precedentemente) e mantenersi a tale potenza fino a successivo ordine. Se le tempistiche non venissero rispettate o l’adeguamento della potenza fosse parziale, allora non si avrebbe più diritto al compenso pattuito in sede di offerta e si andrebbe incontro ad una penale. Qualora invece le modalità dell’adeguamento di potenza vengano svolte correttamente si verrebbe remunerati in base ai kWh non consumati, in aggiunta alla possibilità di una remunerazione fissa legata all’obbligo di presentazione delle offerte sul MSD.

Oltre ai vincoli già descritti, le UVAC dovranno avere una potenza massima modulabile complessiva di almeno 10 MW e gli impianti di consumo che le compongono dovranno fisicamente risiedere nello stesso perimetro di aggregazione costituito dalla medesima provincia o da più province che sarà successivamente comunicato da Terna.