Stilato un accordo che ridimensiona l’applicazione degli oneri per l’incentivazione delle FER
La Commissione UE ha criticato la Germania per motivi molto simili a quelli per cui ha ripreso l’Italia (aiuti di stato) in tema di aiuti agli energivori e più in generale in tema di ripartizione del finanziamento alle fonti rinnovabili.
Lo scorso 30 agosto 2016, Germania e Commissione Europea hanno trovato un accordo sull’autoconsumo da cogenerazione. L’accordo avrà attuazione a partire dal 2017 e riguarderà tutte le imprese tedesche, in particolare le industrie energivore, soprattutto produttori nel settore chimico e metallurgico.
Il testo dell’accordo, qui riassunto in maniera estrema per ovvi motivi, prevede che ai soggetti che producono e autoconsumano energia da impianti a cogenerazione non saranno applicati gli oneri per l'incentivazione delle fonti rinnovabili. Tale esenzione vale però esclusivamente per gli impianti già esistenti, mentre per quelli che saranno realizzati a partire dall’inizio del prossimo anno saranno applicati gli oneri nella misura del 40% (componente EEG Erneuerbare-Energien-Gesetzes).
La decisione tedesca ha quindi il pregio di salvaguardare con grande chiarezza il passato, ma il difetto di rendere vita difficile a tutte le nuove iniziative.
Ma cosa centra con l’Italia? Il ministro Calenda ha in più occasioni indicato il modello tedesco come un riferimento e i problemi tedeschi sono molto simili a quelli italiani in tema di aiuti di stato. Se anche nel nostro Paese dovesse essere applicata una normativa in linea a quella concepita in Germania, i soggetti che attualmente non pagano gli oneri per l’incentivazione delle fonti rinnovabili (componente A3) saranno obbligati a versare una percentuale ridotta dell’aliquota applicata agli autoconsumi degli impianti di nuova costruzione. D’altra parte, le imprese senza autoconsumo potrebbero veder ridurre leggermente il costo riferito alla componente A3.
Va altresì osservato che l’applicazione della misura tedesca al mercato italiano sarebbe in chiara controtendenza con quanto indicato dal GSE nel suo documento “Valutazione del potenziale nazionale di applicazione della cogenerazione ad alto rendimento e del teleriscaldamento efficiente” del dicembre 2015, nel quale si prospettano importanti sviluppi per la cogenerazione nel settore industriale (con il settore alimentare al primo posto), con una stima complessiva di un potenziale incrementale di energia termica ed elettrica da CAR (Cogenerazione ad Alto Rendimento) dell’ordine rispettivamente di 8,6 TWht e di 6,3 TWhe, e in termini di capacità di circa 0,9 GWe e 2 GWt.
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