Una migliore qualità dell'aria comporta un minor tasso di malattie respiratorie legate all'inquinamento atmosferico e questo implica a sua volta un taglio consistente alle spese sanitarie. "Se il rapporto costi – benefici di una politica climatica non include i benefici sanitari derivanti da una migliore qualità dell'aria, viene nettamente sottostimato il beneficio di queste politiche" dice Tammy Thompson, autore principale dell'articolo.
Uno studio pubblicato su Nature Climate Change dal Massachusetts Institute of Technology, MIT, parte proprio da questo presupposto; l'Istituto ha messo a confronto tre diverse misure possibili negli Stati Uniti per migliorare la qualità dell'aria: una politica dei trasporti, il programma "cap and trade"[1] e uno standard per le energie pulite. Nel dettaglio:
La differenza tra le tre consiste principalmente nei costi delle politiche, in quanto i risparmi – delle spese mediche e dei minori giorni di assenza lavorativa – rimangono per lo più costanti.
Articolo del Nature Climate Change (inglese) - MIT news (inglese) - articolo de La Repubblica (italiano).
[1] E' un programma di riduzione delle emissioni: il governo fissa un tetto alla quantità totale di anidride carbonica che può essere rilasciata nell'atmosfera, dando dei "crediti" che indichino la quantità di inquinamento che è possibile produrre. Il valore finale di un credito di emissione viene riscosso quando questo viene ceduto a terzi che ne hanno bisogno per non superare il proprio tetto di emissioni.
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