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Newsletter 7 – 2014

 

Scadenza per titolari impianti fotovoltaici

Il 30 novembre 2014 scade il termine per comunicare la scelta dell’opzione di rimodulazione degli incentivi

 

Il 24 ottobre 2014, in seguito alla pubblicazione nella GU, entrano in vigore le modalità applicative per la rimodulazione degli incentivi al fotovoltaico e alle altre fonti rinnovabili elettriche.

Questo articolo riporta un approfondimento riguardante la rimodulazione obbligatoria dell’incentivo per gli impianti fotovoltaici di potenza nominale superiore a 200 kW.

I titolari degli impianti fotovoltaici possono scegliere, entro il 30 novembre 2014, tra le tre seguenti opzioni:

 

• riduzione dell’incentivo e spalmatura su 24 anni;

• rimodulazione “a doppio periodo” con un primo periodo di fruizione di un incentivo ridotto rispetto all’attuale e un secondo periodo di fruizione di un incentivo incrementato in ugual misura;

• riduzione dell’incentivo dal 6 al 8% per il periodo residuo di incentivazione (in assenza di comunicazione da parte dell’operatore, il GSE applica automaticamente questa opzione).

 

Si segnala che il GSE ha pubblicato sul proprio sito le tabelle dei fattori moltiplicativi (1- Xi) determinati in funzione del periodo residuo di diritto agli incentivi, da applicare per il calcolo dell’incentivo rimodulato, spettante a partire dal 1° gennaio 2015.

Ulteriori informazioni sono consultabili anche ai seguenti link:

 

• Dm Sviluppo economico 17 ottobre 2014 Modalità per la rimodulazione delle tariffe incentivanti per gli impianti fotovoltaici

• Tabelle dei fattori moltiplicativi per la rimodulazione delle tariffe incentivanti

 

Al via un progetto di sostenibilità urbana

Un progetto ambizioso, che mira a portare la sostenibilità nel Medio
Oriente, è partito nell’estate 2014 in collaborazione con l’Università degli Studi di Trento e il Polo Tecnologico per l’Energia.

 

Nella giornata del World Habitat Day 2013, il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica dell’Università degli Studi di Trento ha siglato un accordo, di durata triennale, con il Middle East Research Center  for the Best Practices and Local Leadership Programme, MERC-BLP.

L’accordo prevede la realizzazione di un progetto di sostenibilità urbana, denominato “DSUE – Database of Sustainable Urban Energy”. Durante l’incontro preliminare con la dirigenza di MERC-BPL è emersa la proposta di creazione di un database, sulla falsa riga di Wikipedia, che trattasse di efficienza energetica. Il progetto si è poi evoluto, dedicando particolare attenzione all’inquinamento e al degrado ambientale di alcune città iraniane.

Si è considerata un’idea decisamente innovativa: definire il livello di sostenibilità ambientale delle città con il fine ultimo di capire quali buone pratiche attuare per migliorare la situazione ambientale di ciascuna di esse. La nuova proposta è stata approvata e dopo pochi mesi è stato avviato il progetto DSUE. Il progetto ha preso il via ufficialmente a luglio 2014 con la prima seduta del neo-costituito Consiglio Scientifico del progetto.  I membri del Consiglio sono: Sajjad Mohammad Yarzadeh, Direttore Esecutivo di MERC – BLP, Reza Pourvaziry, Presidente di MERC – BLP, Seyed Mohammad Mojabi, Vice Ministro dell’Ambiente della Repubblica Islamica d’Iran, Morteza Faradi, delegato MERC – BLP a Trento, Marco Tubino, direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica, Paolo Mazzalai, presidente di Confindustria, Michelangelo Marchesi, Assessore all’Ambiente per il Comune di Trento e Mauro Gilmozzi, Assessore all’Ambiente della PAT.

Lo strumento scelto per la raccolta dei dati utili per la definizione del livello di sostenibilità ambientale urbana è stato un questionario on-line. Esistono già molti altri esempi di questionario per la valutazione della sostenibilità urbana: in Italia un esempio autorevole è rappresentato da “Ecosistema Urbano”, stilato annualmente dal 1994 da Legambiente, in Europa troviamo “Urban Ecosystem Europe” o “European Green City Index”. L’intento è di valutare appieno l’aspetto ambientale nella sua interezza e tarare l’intervento anche su grandi città, non solo piccole realtà. Il questionario del progetto DSUE mira quindi ad essere applicabile potenzialmente alle città di tutto il mondo. Nella sua realizzazione, abbiamo cercato di liberarci di un mind set troppo occidentale e di comprendere situazioni che possano riguardare anche realtà diverse. La tematica della desertificazione, solo per citarne una, non andrebbe presa in considerazione per le città italiane o europee, ma in altre zone del mondo è una situazione che può presentarsi con facilità. La prima fase di progetto è stata quindi interamente dedicata alla realizzazione del questionario, che mira all’inquadramento della situazione ambientale delle città nella sua globalità. Le matrici ambientali prese in esame sono: aria, acqua, energia, trasporti, rifiuti e territorio urbano. Il questionario si chiude poi con un’ultima sezione comprendente domande varie su, ad esempio, inquinamento acustico e  l’attitudine della pubblica amministrazione nella promozione di un atteggiamento più “green”. Sono stati quindi realizzati 37 indicatori ambientali che, valutati nella loro globalità, creano un indice generale di sostenibilità ambientale, espresso numericamente. Questo metodo permette il confronto tra città diverse sia per quanto riguarda i singoli indicatori, sia per l’indice finale.

Attualmente i questionari sono a disposizione delle città aderenti al progetto per la compilazione. Successivamente si passerà alla fase di elaborazione dei dati e stesura degli indici di sostenibilità urbana. Per questa prima esperienza, sono state scelte solo alcune città iraniane a campione, oltre alla città di Trento. L’obiettivo futuro è quello di rendere disponibile l’iscrizione al progetto anche a qualsiasi altra città che vorrà misurare il proprio grado di sostenibilità. Il progetto mira infine a creare una rete di casi studio di buone pratiche utili per migliorare la sostenibilità urbana tramite idee e iniziative concrete. Per ciascun caso di studio proposto, sarà possibile offrire alle città il supporto da parte di aziende ed enti specializzati nel settore, in modo tale da favorire un mercato internazionale.

 

Teledistacco: conseguenze per i produttori da fotovoltaico ed eolico

Entro il 31 gennaio 2016 gli impianti dovranno dotarsi di sistemi che rendano possibile il teledistacco per garantire la sicurezza della rete, anche in condizioni di emergenza o criticità,

 

La delibera 421/2014 dell’AEEG introduce nuove prescrizioni riguardanti i servizi di rete e i distacchi per gli impianti di generazione distribuita. In particolare, sono coinvolti gli impianti fotovoltaici ed eolici con potenza uguale o maggiore a 100 kW connessi (o da connettere) alla rete di media tensione e con domanda di connessione presentata prima dell’1 gennaio 2013. Secondo una stima indicativa, gli impianti coinvolti dal provvedimento sarebbero circa 50 mila, distribuiti su tutto il territorio nazionale.

Per garantire la sicurezza della rete, anche in condizioni di emergenza o criticità, tali impianti dovranno dotarsi di sistemi che rendano possibile il teledistacco dalla rete. Si tratta di installare sistemi in grado di operare una disconnessione comandata da remoto degli impianti dalla rete. Tutti i costi di intervento (acquisto dei componenti, modifica ai progetti, gestione delle pratiche, ecc.) sono a carico del titolare dell’impianto che, una volta effettuati i lavori, dovrà inviare all’impresa distributrice la comunicazione di avvenuto adeguamento. Sono previsti dei contributi per tutti i produttori che adegueranno il proprio impianto entro il 30 giugno 2015. Il contributo, di importo variabile tra 800 e 500 euro sulla base del numero di sistemi di protezione installati, sarà erogato direttamente dall’impresa distributrice a seguito delle opportune verifiche di funzionamento.

Il sistema di teledistacco dovrà essere realizzato entro il 31 gennaio 2016 o, per le installazioni che in quella data non siano ancora connesse, entro la data di entrata in esercizio dell’impianto. Il mancato adeguamento dell’impianto nei tempi previsti presuppone la sospensione dell’erogazione degli incentivi fino ad avvenuto adeguamento.

In caso di necessità, il distributore potrà quindi inibire il funzionamento dell’impianto e la relativa produzione. Il distacco avrà ovviamente effetto sul calcolo degli incentivi economici retribuiti al produttore che non potrà immettere energia in rete nel periodo di tempo interessato. Inoltre, non sarà possibile usufruire dell’energia per l’autoconsumo che dovrà essere invece prelevata dalla rete.

L’applicazione di questa delibera ha fornito nuova linfa di discussione ai già numerosi dibattiti nel settore delle fonti rinnovabili in Italia. Da un lato Terna difende la misura, evidenziando l’assoluta necessità di intervenire in questo senso per garantire la gestione in sicurezza del sistema, garantendo tempi di intervento e di disconnessione più rapidi degli attuali. Dall’altra parte i produttori, pur condividendo la reale problematica di gestione della rete, considerano il provvedimento solo un’altra azione politica a sfavore delle rinnovabili e non concordano sulla modalità di intervento.

 

Ammodernamento della centrale di teleriscaldamento Fondazione Edmund Mach

Il nuovo generatore a biomassa permetterà di abbassare i costi di esercizio sostenuti per l’utilizzo di combustibile fossile

 

La Fondazione Edmund Mach ha incaricato Polo Tecnologico per l’Energia di eseguire la progettazione per la sostituzione del generatore di calore a cippato a servizio della rete di teleriscaldamento dell’Istituto. La nuova configurazione della centrale permetterà un corretto controllo del processo di erogazione del calore alle utenze allacciate, senza la necessità di eseguire quotidiane regolazioni manuali. Il nuovo generatore a biomassa permetterà di abbassare i costi di esercizio sostenuti per l’utilizzo di combustibile fossile.

Il progetto di ammodernamento è stato suddiviso in due appalti. Il primo appalto, in corso di esecuzione, è stato vinto dalla ditta Viessmann, azienda leader nel settore. Fino al termine dei lavori, previsti per dicembre 2014, il calore sarà generato solo dalle caldaie a metano, in seguito entrerà in servizio il generatore a biomassa.
I lavori del secondo appalto, sono invece programmati per la prossima stagione di riscaldamento.

Accanto alle vecchie caldaie a metano, la nuova centrale di teleriscaldamento sarà pertanto equipaggiata con:

 

• Un nuovo generatore di calore a biomassa da 3,3 MW ad acqua calda.

• Un nuovo volume di accumulo termico, di capacità totale pari a 75 m3, suddiviso in tre serbatoi di accumulo (con possibilità di espansione fino ad altri tre serbatoi, per ulteriori 75 m3). I serbatoi saranno installati in una vasca realizzata ai piedi della collina dove sorge la centrale.

• Un nuovo sistema di espansione e mantenimento della pressione di rete.

 

La nuova centrale è dimensionata per servire oltre agli edifici attualmente allacciati alla rete, anche i futuri ampliamenti di volume previsti dal piano di sviluppo della Fondazione.

 

Quali novità per il cippato?

I nuovi criteri della Giunta provinciale delineano lo scenario di sviluppo in Trentino per il settore della biomassa

 

La Giunta provinciale di Trento ha recentemente approvato una delibera con la quale si ridefiniscono i criteri guida generali per la concessione di finanziamenti provinciali ad impianti che utilizzano cippato (impianti di teleriscaldamento ma anche centrali termiche a servizio di singole utenze).  Al termine di una ricognizione svolta nell’ambito del “Piano di azione per le biomasse progetto Bio-en-area” è, infatti, emerso che la disponibilità media annua di cippato trentino di origine forestale o da segherie verrebbe saturata dagli impianti a cippato attualmente in attività e dagli ulteriori impianti in fase di autorizzazione/realizzazione.

Da qui la decisione della Giunta di rivedere le modalità di finanziamento per questa tipologia di impianti, onde scongiurare il rischio che troppe iniziative in questo settore generino l’importazione di biomassa da altre regioni, con conseguente detrimento del grado di sostenibilità ambientale delle iniziative stesse.

In ogni caso gli incentivi provinciali non scompariranno: permane infatti la volontà politica di sostenere il settore della biomassa, promuovendo però solo quegli interventi maggiormente utili per la collettività, quali gli impianti di teleriscaldamento a servizio di località non metanizzate o non facilmente metanizzabili. Analogamente, impianti di cogenerazione alimentati a cippato, come gli impianti di gassificazione, che già godono degli incentivi sulla produzione elettrica (meccanismo della Tariffa Onnicomprensiva), potranno beneficiare dell’aiuto provinciale solo nel caso in cui l’energia termica recuperata sia valorizzabile mediante rete di teleriscaldamento.

A livello numerico, la disponibilità media annua di cippato di origine forestale e da segherie ammonta a 445.000 metri cubi steri, cui si aggiungono ulteriori 118.000 metri cubi steri di legna attualmente non sfruttata (totale 563.000 metri cubi steri). I consumi medi degli impianti attualmente in attività sono stimati in 273.000 metri cubi steri mentre l’entrata in esercizio degli impianti ora in fase di autorizzazione/realizzazione comporterà un aumento della domanda di cippato di ulteriori 363.000 metri cubi steri (totale 646.000 metri cubi steri).

 

Un aggiornamento sul fotovoltaico in Italia e nel mondo

A confronto la situazione di sviluppo degli impianti fotovoltaici in Italia e nel resto del mondo.

 

Nel nostro Paese sono installati circa 550 mila impianti fotovoltaici che hanno usufruito degli incentivi dei vari Conti Energia che si sono susseguiti nel corso degli anni. La potenza totale è pari a quasi 18 GW. Nel 2013 sono stati connessi alla rete elettrica italiana circa 1,45 GW. Di questi circa 305 MW non beneficiano degli incentivi del Conto Energia. Si tratta quasi totalmente d’impianti residenziali con taglie sotto i 20 kW, ma rappresentano comunque un dato interessante se inserito nel contesto economico e politico attuale. Complessivamente il giro d’affari è comunque calato dai 6 miliardi del 2012 a circa 2,5 miliardi annui del 2013. Secondo le stime dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, nel corso del 2014 saranno installati circa 1 GW di impianti senza incentivi e altri 577 MW ancora legati al quinto Conto Energia. Il GSE, nell’ambito delle attività di monitoraggio delle fonti rinnovabili, ha sviluppato il sistema informativo geografico Atlasole che raccoglie i principali dati sugli impianti fotovoltaici che ricevono l’incentivo in conto energia o che ne abbiano fatto richiesta.

L’impatto delle recenti normative di settore potrà avere da un lato effetti negativi, dall’altro è da segnalare che finalmente si sta attuando la regolamentazione dei SEU (Sistemi Efficienti di Utenza con vendita diretta al cliente).

La situazione mondiale è completamente ribaltata rispetto a quella nazionale. Negli ultimi tre mesi dell’anno è prevista l’installazione di altri 19,5 GW di potenza fotovoltaica, chiudendo il 2014 con circa 50 GW di nuove installazioni e portando la potenza cumulata mondiale a oltre 200 GW. Nel 2013 le installazioni sono state pari a circa 37 GW di potenza, il 24% in più rispetto al 2012 (29,9 GW). Nell’ultimo trimestre 2014 verranno installati impianti di potenza complessiva superiore a quella di tutto il 2010.

All’estero il settore del fotovoltaico sembrerebbe procedere a ritmo incalzante. La maggior domanda arriva da Cina, Giappone e USA che assieme coprono quasi il 70% delle installazioni previste per il 2014.