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Newsletter 8 – 2016

 

Sbloccati i provvedimenti a sostegno delle imprese energivore

Il Governo trova l’accordo con la commissione europea: fine dell’attesa per le imprese energivore

 

Sono stati finalmente sbloccati i circa 1,2 miliardi destinati a 2950 imprese (italiane) a forte consumo energetico grazie al primo accordo raggiunto tra Ministero e gli organi della Commissione Europea. L’Autorità, con la delibera 677/2016/R/EEL, ha già dato delle prime indicazioni.

Le novità in estrema sintesi:

 

1. confermato lo sblocco definitivo anche della situazione pregressa;

2. non sarà richiesto di rinnovare le garanzie/fidejussioni: lo sblocco definitivo dei fondi pregressi è libero da ogni forma di garanzia;

3. il contributo per il 2014 sarà erogato in tempi brevi, i fondi sono già a disposizione della CSEA;

4. anche per il 2015 i fondi sono già presenti presso la CSEA, ma l’erogazione avverrà solo successivamente alla raccolta, da parte della CSEA, dei dati del 2015; entro il 31 gennaio 2017, la CSEA provvederà all’apertura del portale;

5. per l’erogazione degli anni pregressi, è probabile, che la CSEA chiederà alcune semplici informazioni alle imprese beneficiarie ma nulla cambia nell’esito dell’erogazione;

6. la misura d’incentivo è confermata anche per il 2016, con gli stessi criteri del triennio precedente. I tempi di erogazione si rimandano al 2017, da definirsi;

7. a partire dal 2017 il sistema di agevolazione cambierà e anche i criteri di accesso saranno mutati; si attende un decreto legge che disciplini il nuovo regime di agevolazioni.

 

Polo Tecnologico per l’Energia può fornire tutto il supporto per assistere le imprese nella corretta compilazione e inserimento dei dati nel momento in cui il portale CSEA sarà riaperto.

 

Detassazione investimenti ambientali

Si è ancora in tempo. Ora le regole sono più chiare e la giurisprudenza è ormai consolidata

 

Il comma 13 dell’art. 6 della Legge 388/2000 (cosiddetta Tremonti ambientale) agevola le Piccole e Medie Imprese per tutti gli investimenti necessari per prevenire, ridurre e riparare danni causati all’ambiente, escluso quelli realizzati per specifici obblighi di legge. Più nello specifico prevede che “La quota di reddito delle PMI destinata a investimenti ambientali (…) non concorre a formare il reddito imponibile ai fini delle imposte sul reddito“.

I beneficiari sono le Piccole e Medie Imprese, società di persone o di capitali, operanti su tutto il territorio nazionale, in contabilità ordinaria, di qualunque settore e ramo di attività comprese le New.co. di scopo.

Tra gli investimenti ammissibili rientrano quelli realizzati (entrati in esercizio) entro il 25 giugno 2012, consistenti in immobilizzazioni materiali, di cui all’art. 2424, primo comma, lettera B), n. II del codice civile, necessarie a prevenire, ridurre e riparare i danni causati all’ambiente da chiunque prodotti, a prescindere dal fatto che si tratti di impatti negativi generati dall’attività svolta, quali:

 

• impianti e sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili (impianti fotovoltaici, idroelettrici – compresi gli interventi di revamping – eolici, a biomassa, ecc.);

• impianti di cogenerazione o trigenerazione;

• impianti di depurazione, filtraggio o trattamento di qualsiasi tipo di emissione;

• impianti, macchinari e attrezzature per il recupero, trasporto e trattamento dei rifiuti;

• interventi di contenimento dei consumi energetici del ciclo produttivo;

• investimenti ambientali in genere (sostituzione, riduzione o eliminazione di sostanze inquinanti, scarti, rifiuti, amianto ecc.).

 

Gli investimenti ambientali devono essere calcolati mediante il criterio del c.d. approccio incrementale (confronto con impianto equifunzionale non ambientale).

L’agevolazione consiste in una variazione in diminuzione dell’imponibile fiscale pari al valore ambientale dell’investimento, al netto della media degli investimenti ambientali del biennio precedente, che si quantifica in un credito d’imposta IRES/IRPEF fino ad un massimo del 25% circa dei costi ammissibili.

L’agevolazione è ancora utilizzabile per gli investimenti realizzati in vigenza di legge (fino al 25 giugno 2012), con possibilità di recupero del beneficio ora per allora.

La procedura operativa prevede:

 

1. redazione di una perizia tecnica per la descrizione della valenza ambientale dell’impianto e la stima del sovraccosto ambientale;

2. riapprovazione e deposito del bilancio d’esercizio relativo all’anno di realizzazione dell’investimento;

3. comunicazione degli investimenti ambientali realizzati al Ministero dello Sviluppo Economico;

4. recupero delle imposte versate e non dovute in virtù dell’utilizzo dell’agevolazione, tramite presentazione di una dichiarazione dei redditi integrativa a favore del contribuente ed utilizzo in compensazione del credito di imposta emergente, ovvero, riporto della perdita fiscale eventualmente generatasi (illimitatamente per le società di capitali). In alternativa istanza di rimborso ai sensi dell’art. 38, D.P.R 602/73 da presentare entro 48 mesi dal versamento del saldo delle imposte per IRES/ IRPEF già pagato e non dovuto.

 

In relazione alla cumulabilità, le agevolazioni in oggetto sono cumulabili con qualsivoglia eventuale altro contributo compresi i certificati verdi, la tariffa omnicomprensiva e la tariffa incentivante prevista dal cosiddetto conto energia in tutte le sue edizioni.

Recenti pronunce ufficiali degli organi competenti, Ministero dello Sviluppo Economico ed Agenzia delle Entrate, nonché della giurisprudenza di merito, hanno confermato e chiarito le condizioni e le procedure per l’utilizzo “tardivo” dell’agevolazione e le modalità di calcolo dei sovraccosti.

 

Cogenerazione e FER in Germania: un campanello d’allarme?

Stilato un accordo che ridimensiona l’applicazione degli oneri per l’incentivazione delle FER

 

Lo scorso 30 agosto 2016, Germania e Commissione Europea hanno trovato un accordo sull’autoconsumo da cogenerazione. Esso avrà attuazione a partire dal 2017 e riguarderà tutte le imprese, in particolare le industrie energivore, in Germania soprattutto produttori nel settore chimico e metallurgico.

Il testo dell’accordo, qui riassunto in maniera estrema per ovvi motivi, prevede che ai soggetti che producono e autoconsumano energia da impianti a cogenerazione non saranno applicati gli oneri per l’incentivazione delle fonti rinnovabili. Tale esenzione vale però esclusivamente per gli impianti già esistenti, mentre per quelli che saranno realizzati a partire dall’inizio del prossimo anno saranno applicati gli oneri nella misura del 40% (componente EEG Erneuerbare-Energien-Gesetzes).

La decisione tedesca ha quindi il pregio di salvaguardare con grande chiarezza il passato, ma il difetto di rendere vita difficile a tutte le nuove iniziative.

Ma cosa centra con l’Italia? Il ministro Calenda ha in più occasioni indicato il modello tedesco come un riferimento e i problemi tedeschi sono molto simili a quelli italiani in tema di aiuti di stato. Se anche nel nostro Paese dovesse essere applicata una normativa in linea a quella concepita in Germania, i soggetti che attualmente non pagano gli oneri per l’incentivazione delle fonti rinnovabili (componente A3) risulterebbero obbligati a versare una percentuale ridotta dell’aliquota applicata agli autoconsumi degli impianti di nuova costruzione. D’altra parte, le imprese senza autoconsumo potrebbero veder ridurre leggermente il costo riferito alla componente A3.

 

 

Va altresì osservato che l’applicazione della misura tedesca al mercato italiano sarebbe in chiara controtendenza con quanto indicato dal GSE nel suo documento “Valutazione del potenziale nazionale di applicazione della cogenerazione ad alto rendimento e del teleriscaldamento efficiente” del dicembre 2015, nel quale si prospettano importanti sviluppi per la cogenerazione nel settore industriale (con il settore alimentare al primo posto), con una stima complessiva di un potenziale incrementale di energia termica ed elettrica da CAR (Cogenerazione ad Alto Rendimento) dell’ordine rispettivamente di 8,6 TWht e di 6,3 TWhe, e in termini di capacità di circa 0,9 GWe e 2 GWt.

 

 

Polo Tecnologico per l’Energia e i bandi pubblici di fornitura dei vettori energetici

Intercent-ER: il primo eco-bando regionale realizzato in Italia sulla fornitura di energia elettrica

 

Polo Tecnologico per l’Energia, da più di dieci anni, assiste numerose Amministrazioni pubbliche nella predisposizione dei documenti di gara per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale.

Oltre a questa attività, all’Amministrazione pubblica è assicurata un’assistenza generale, che comprende l’analisi dei mercati, l’eventuale interfaccia con i fornitori e con i soggetti istituzionali (Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Settore Idrico – AEEGSI, Gestore dei Servizi Energetici – GSE, Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali – CSEA ecc.), l’analisi dell’aggiudicazione con report appositi di confronto con gli anni passati e con le convenzioni vigenti Consip, l’assistenza nell’aggiudicazione definitiva, la stima di budget una volta aggiudicata la gara e, nel caso di acquisti secondo il modello di portfolio management, l’assistenza successiva alla gara.

Con questo articolo riportiamo il caso della gara di fornitura di energia elettrica per l’anno 2017 per l’Agenzia Intercent-ER, centrale di acquisto della Regione Emilia-Romagna e Soggetto aggregatore presente nell’elenco approvato dall’ANAC il 23 luglio 2015 per il territorio della Regione Emilia-Romagna assieme a Città Metropolitana di Bologna.

La convenzione è rivolta alle Aziende Sanitarie e alle altre Amministrazioni della Regione Emilia Romagna e abbiamo voluto darne evidenza poiché si tratta del primo eco-bando regionale realizzato in Italia sulla fornitura di energia elettrica. L’energia prelevata dalla rete proviene esclusivamente da fonti rinnovabili (eolica, solare, idraulica, geotermica e da biomassa), senza quindi alcun rilascio di anidride carbonica nell’atmosfera. La dott.ssa Alessandra Boni, direttore dell’Agenzia ha, infatti, optato per una scelta netta e coerente con le politiche regionali, cosa che è valsa a Intercent-ER una menzione speciale per il miglior bando verde 2016 (Forum Compraverde-Buygreen).

 

 

Va infine segnalato che l’aggiudicazione è avvenuta in un momento di mercato molto favorevole e i documenti di gara prevedono condizioni “accessorie” che tutelano le Amministrazioni (il contratto di fornitura si conclude automaticamente al momento della ricezione dell’ordinativo di fornitura da parte del fornitore, la fatturazione può avvenire solo in base a consumi reali ed è prevista una reportistica molto dettagliata).

 

 

Oltre alla razionalizzazione della spesa e della qualità dei servizi, dal 2017 la convenzione dell’Agenzia Intercent-ER determinerà anche ricadute positive sull’ambiente!

 

Calenda: “Per il governo la strategia energetica nazionale è una priorità assoluta”

Capacity market, corridoio della liquidità, riforma degli oneri di sistema e agevolazioni per imprese energivore sono solo alcuni delle importanti questioni normative in discussione al Governo

 

Nel mese di ottobre, il ministro Calenda ha presentato uno schema delle questioni normative in discussione nei tavoli di lavoro del MiSE, argomenti utili per la definizione della nuova e tanto annunciata strategia energetica nazionale.

Tra le novità in discussione c’è l’attuazione del CAPACITY MARKET. Obiettivo del provvedimento è di fronteggiare la crescita dei consumi garantendo una disponibilità di capacità produttiva di energia elettrica nel lungo periodo, attraverso un corrispettivo da riconoscere ai produttori. Per i clienti finali lo scopo ultimo consiste nel ridurre il rischio di forti oscillazioni dei prezzi, il probabile effetto sarà invece dover sostenere un ulteriore corrispettivo attualmente non quantificabile. Il nuovo meccanismo dovrebbe entrar in funzione nel 2017.

Per il gas metano la novità è l’intenzione di creare un “CORRIDOIO DELLA LIQUIDITÀ” tramite l’acquisizione, da parte di un Soggetto regolato, delle capacità di trasporto dagli hub del Nord Europa creando un’offerta della capacità così acquisita a beneficio dei consumatori. L’impatto atteso sta nella riduzione del costo del gas per gli utenti industriali, grazie alla riduzione dei prezzi all’ingrosso e all’aumento della liquidità al PSV (Punto di Scambio Virtuale – piattaforma dove sono eseguite transazioni bilaterali di gas naturale su base giornaliera).

Sempre entro la fine del 2016 sono attese sia l’importante RIFORMA DEGLI ONERI GENERALI DI SISTEMA, che la tanto sperata sistemazione della situazione in merito alle AGEVOLAZIONI PER LE IMPRESE ENERGIVORE. L’obiettivo del Governo è di ridurre la differenza di prezzo tra gli energivori italiani e quelli esteri ed equilibrare il peso degli oneri, soprattutto per quanto riguarda quelli per le fonti rinnovabili. Questi provvedimenti sono quelli che sono sentiti in modo particolare dalle imprese, che potrebbero veder oscillare notevolmente il prezzo dell’energia elettrica.

Infine, resta viva l’attenzione al rafforzamento degli STRUMENTI A DISPOSIZIONE DELL’EFFICIENZA ENERGETICA tra cui i Titoli di Efficienza energetica (TEE) o Certificati Bianchi, il Fondo nazionale efficienza energetica, i contributi per la riqualificazione di edifici della Pubblica Amministrazione, gli eco-bonus, il Conto Termico 2.0, ecc.. Gli obbiettivi previsti per il 2020 sono sempre più vicini e il Governo è intenzionato a promuovere una maggiore efficienza con l’intento di ridurre i consumi finali dell’1% all’anno.

La nuova strategia energetica nazionale (Sen) è attesa entro il G7 di aprile prossimo: lo ha annunciato lo stesso ministro dello Sviluppo economico. Il precedente documento strategico era stato messo a punto nel 2012, durante il Governo Monti, dai ministri Passera (Sviluppo economico) e Clini (Ministero dell’Ambiente).

Le ricadute economiche saranno molto importanti per le imprese (nel bene e nel male).

PTE vi terrà informati!

 

Effetto Francia sui mercati internazionali

Le ricadute economiche, ma non solo, del fermo delle centrali nucleari francesi per l’Italia

 

Dalla seconda settimana di ottobre 2016, il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica è schizzato in alto, toccando livelli anomali rispetto alle medie stagionali degli ultimi anni. Un primo calo si è registrato a inizio novembre, ma è presto per considerarlo un’inversione di tendenza e non una semplice riduzione del margine speculativo in Borsa tipico di situazioni come quella contingente.

Non è colpa del caro-petrolio o del gas metano, ma del fatto che la Francia ha dovuto fermare – in parte per normale manutenzione, in parte per controlli straordinari – oltre un terzo del suo parco nucleare: 21 reattori su 58. I fermi dipendono dalla scoperta di un possibile eccesso di carbonio nella composizione dell’acciaio del guscio del reattore che potrebbe quindi essere più fragile di quanto previsto dagli standard di sicurezza. L’Autorité de sûreté nucléaire (Asn), l’Autorità di sicurezza nucleare francese, ha imposto una verifica su diciotto impianti potenzialmente interessati allo stesso rischio e il blocco immediato di cinque di questi. Di conseguenza, la produzione elettrica nucleare quest’anno scenderà dai 408 miliardi di kWh programmati a 390, con tutto il calo concentrato nell’ultimo trimestre di quest’anno. L’andamento dei prezzi dell’energia elettrica sembrano quindi rispecchiare il rincorrersi delle notizie circa lo stato di salute delle centrali nucleari francesi e preoccupa la progressiva obsolescenza del parco nucleare francese che soddisfa il 76% della domanda elettrica nazionale, portando la Francia alla dipendenza da una sola tecnologia. Anche se il Governo francese ha deciso di allungare la vita dei reattori fino a 50 anni, 42 di questi hanno trent’anni o più, alcuni quasi quaranta. Risulta inevitabile una generale opera di controllo, aggiornamento e ristrutturazione che garantisca la sicurezza degli impianti per tutto il periodo di funzionamento previsto. Un provvedimento che costerà almeno 55 miliardi allo Stato francese per i prossimi 10 anni.

L’Italia non è estranea alle vicende transalpine in quanto importa dalla Francia il 13% della domanda complessiva annuale di energia elettrica e la Francia stessa acquista energia nella borsa elettrica italiana. Questa combinazione ha portato i valori della borsa elettrica così come i forward dell’energia elettrica, in special modo per il primo trimestre 2017, ad aumenti importanti.

Va detto che l’Italia non è l’unico Paese a vivere questa situazione, ma è in compagnia di altri Stati che dipendono, almeno in parte, dalle importazioni francesi come Belgio, Gran Bretagna e Spagna.

Per l’Italia è anche un problema legato alla sicurezza del sistema elettrico nazionale che, nonostante le centrali a gas e gli impianti di generazione da fonti rinnovabili, preferisce l’importazione dell’elettricità piuttosto che della materia prima, il gas, molto più cara, anche a costo di mantenere al minimo operativo le centrali.

Siamo quindi in una situazione di dipendenza molto preoccupante in prospettiva di possibili ulteriori interventi sulle centrali francesi.

Non si vedono svolte almeno fino a metà gennaio, in base al calendario dei controlli straordinari. Va altresì tenuto presente che si avvicina il termine ultimo per chiudere i contratti su anno solare 2017 (la fine del corrente mese di novembre) ed è quindi possibile che dopo questa scadenza, almeno per un mese o poco più, la domanda diventi minima e i prezzi ne risentano al ribasso.