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Newsletter 9 – 2016

 

La solidarietà non trema

Polo Tecnologico per l’Energia contribuisce al fondo creato dalla Protezione Civile di Trento per sostenere le popolazioni e le attività di aiuto avviate sui luoghi colpiti dal sisma

 

I vari terremoti che si sono succeduti nei mesi scorsi, devastando aree delle regioni del centro Italia, hanno scosso il suolo tanto quanto il cuore di una nazione intera che, fin da subito, si è attivata per fornire soccorso e aiuto. La “macchina della solidarietà” si è messa in moto su diversi fronti, con l’obiettivo di poter assistere le popolazioni colpite nel miglior modo possibile.

Moltissimi italiani hanno dimostrato il loro sostegno e la loro vicinanza contribuendo a iniziative di raccolta fondi promosse dalle tante associazioni e istituzioni che si sono attivate.

In occasione delle festività natalizie, Polo Tecnologico per l’Energia ha deciso di devolvere l’importo destinato ai regali aziendali di questo Natale alla raccolta fondi La solidarietà non trema” promossa dalla Protezione Civile della Provincia Autonoma di Trento.

Ci uniamo a tutti coloro che, nel limite delle proprie capacità,  hanno già fatto sentire la propria vicinanza alle vittime di questa tragedia e augurando un sereno Natale e invitiamo tutti i nostri lettori a prendere visione dell’iniziativa attraverso una delle news della Provincia Autonoma di Trento.

 

Le frontiere dell’energia

Il mondo dell’energia è in continua evoluzione e la tecnologia amplia le frontiere

 

Sempre più aziende e Pubbliche Amministrazioni stanno attuando attività di efficienza energetica. La Cassa Rurale dell’Alta Valsugana ha voluto ha voluto trattare l’argomento condividendo con i propri Soci alcune riflessioni sul tema dell’energia. Riproponiamo l’intervista, pubblicata sulla loro rivista “Linea diretta Socio” nel mese di settembre, a Maurizio Fauri di Polo Tecnologico per l’Energia e docente dell’Università di Trento. Il taglio è rivolto principalmente all’utente domestico, ma alcuni spunti possono essere interessanti per una conoscenza più generale dell’argomento.

Che fase sta vivendo il settore dell’energia?

Il settore dell’energia sta vivendo una fase di forte trasformazione sulla spinta delle urgenze causate dal riscaldamento globale della terra. L’ultima conferenza sui cambiamenti climatici, tenutasi a Parigi dal 30 novembre al 12 dicembre 2015, ha portato ad un accordo globale sulla riduzione dei cambiamenti climatici con il consenso dei rappresentanti delle 196 parti partecipanti. In base a tale accordo, si prevedono investimenti per 100 miliardi di dollari nel prossimo futuro. L’energia è un settore chiave al quale guardano con interesse anche i grandi fondi azionari per programmare i prossimi investimenti.

Quanto costa l’energia e quanto vale? Qual’è la percentuale di resa di 1 litro di benzina e cosa si può fare con un litro di benzina?

Il prezzo economico dell’energia ha un peso molto forte sulla concorrenza industriale essendo sempre tra le prime voci di costo della produzione. Quindi le aspettative sarebbero quelle di aver dei prezzi dell’energia sempre più bassi. Per altro non ci rendiamo conto del valore intrinseco dell’energia. Se si considera che il lavoro teorico contenuto in un litro di benzina è pari a 10 kWh circa, con questa quantità di energia si potrebbero sollevare 70.000 damigiane piene di vino ad un’altezza di un metro da terra. Quale persona accetterebbe mai di svolgere un simile lavoro per 0,25 Euro? (costo di un litro di petrolio con l’attuale prezzo di 35 Euro al barile – 150 litri)

Ma l’energia pulita conviene?

Non è possibile confrontare l’energia pulita con le fonti fossili solo sulla base degli investimenti per la produzione dell’energia, ma occorre considerare anche i costi indiretti legati all’impatto sull’ambiente e sulla salute delle persone. Certamente il kWh prodotto con le fonti rinnovabili costa di più rispetto a quello prodotto con le fonti fossili, però nel conto non si considerano mai gli effetti indiretti causati dai naufragi delle petroliere oppure dalla centrale di Chernobyl o dalle malattie polmonari provocate dalle polveri sottili.

Automobili elettriche, solo una moda? 

Le auto del futuro saranno elettriche. In questo momento di transizione però, le auto a combustibile fossile hanno raggiunto una tecnologia e delle prestazioni, soprattutto in termini di autonomia, che attualmente non è facile pareggiare con le auto elettriche. Per il futuro prossimo, forse sarà necessario prevedere una fase di transizione attraverso l’impiego di carburanti rinnovabili come il bio-metano.

Energia fossile che impatto sociale?

Nella valutazione dell’uso delle fonti fossili non si tiene mai conto degli effetti sulla salute e quindi dei costi indiretti provocati dall’inquinamento ambientale. Si potrebbe fare una analogia con i costi indiretti correlati con il fumo. L’introduzione della legge contro il fumo del 2003 ha ridotto i ricoveri per infarto del 5% ogni anno. Di quanto si potrebbero ridurre le malattie causate dall’uso dei combustibili fossili se riuscissimo a produrre tutta l’energia da fonte rinnovabile?

Le centrali a biomassa sono sostenibili? E quelle idroelettriche piccole o grandi. Convengono? Il mercato è immediato, ma serve considerare il tempi di ritorno. Perché non succede?

Qualunque investimento nelle fonti rinnovabili è sostenibile se riferito all’ambiente. Purtroppo troppo spesso si guarda alla sostenibilità economica più che a quella ambientale, trascurando di mettere in conto i costi indiretti che poi si riflettono sulla spesa sanitaria e quindi sui costi pubblici generali. D’altra parte gli investimenti nel settore dell’energia, al contrario delle opere strutturali come strade, marciapiedi, giardini, ecc., generano profitto e quindi è inevitabile calcolarne i tempi di ritorno anche economici. Gli investimenti nel settore delle energie rinnovabili dovrebbero essere invece considerati senza tempo di ritorno al pari della realizzazione di una fognatura. Si è mai calcolato forse il tempo di ritorno di una fognatura?

Autarchia energetica familiare è possibile?

Le famiglie che sono riuscite ad installare un proprio impianto fotovoltaico, apprezzano sicuramente il calo dei propri costi energetici, ma soprattutto apprezzano la propria indipendenza energetica. Alcune fonti rinnovabili, come il fotovoltaico, hanno anche il pregio di poter essere fortemente diffuse e quindi di creare una sorta di democrazia e autonomia energetica. L’energia elettrica prodotta da grandi centrali a combustibile fossile o nucleare sarebbero invece necessariamente in mano a poche aziende con conseguente rischio di concentrazione della gestione del settore.

L’energia nucleare serve ancora oppure il fotovoltaico è il futuro?

Oggi è impensabile pensare ad un futuro con produzione di energia elettrica da processo di fissione nucleare. Nei prossimi anni le centrali nucleari serviranno per contenere le emissioni di CO2 e superare il periodo di transizione dalle fonti fossili a quelle rinnovabili. Tutte le grandi nazioni hanno dismesso o stanno dismettendo la politica energetica basata sulle centrali nucleari. D’altra parte, la drastica riduzione dei costi delle fonti rinnovabili (per es. i costi del fotovoltaico si sono ridotti di almeno 7÷8 volte nel giro degli ultimi 10 anni) ed il basso prezzo del petrolio non rendono più conveniente la scelta nucleare.

Se tutta l’energia elettrica italiana fosse prodotta con il fotovoltaico, quanta superficie occuperebbe?

A maggio del 2015, quasi il 50% dell’energia elettrica è stata prodotta da fonte rinnovabile. Se si pensa che tutta l’energia elettrica consumata in Italia in un anno è pari a circa 300 miliardi di kWh, basterebbero solo 3.000 km quadrati di fotovoltaico per produrla (pari a metà della superficie della provincia del Trentino). In questo momento, gli impianti fotovoltaici installati coprono “solo” 180 km quadrati.

Energia a costo zero, un’utopia?

Forse un giorno sarà possibile generare energia dalla fusione nucleare e quindi ottenere energia a prezzi quasi nulli. In ogni caso, anche se un giorno si realizzasse il sogno della fusione nucleare e si potesse generare energia a costo zero (o quasi zero), bisognerà cercare di tenere comunque alto il prezzo dell’energia per evitare di sprecare un bene prezioso. Una cosa perde di valore quando non costa nulla e si rischia si usarla in maniera poco razionale.

Le company quanto incidono sul costo dell’energia e sul mancato sviluppo di alternative a basso costo?

Per anni le grandi case automobilistiche hanno cercato di ostacolare le auto elettriche per poter rientrare degli investimenti fatti sui motori a combustione interna. Oggi la spinta alle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica è limitata da un prezzo del petrolio estremamente basso. Le sempre più gravi condizioni climatiche causa del surriscaldamento globale del pianeta non consentono però ulteriori indugi e forse speriamo che a questo punto le multinazionali capiscano come sia più conveniente cavalcare il cambiamento piuttosto che ostacolarlo.

Come si può consumare meno energia?

E’ dimostrato che in ambiente domestico i nostri comportamenti possono ridurre i consumi fino al 30% senza alcun intervento di tipo tecnico. Per avere una drastica riduzione dei consumi basterebbe nel settore pubblico attribuire la responsabilità dei consumi energetici “ad personam”. La mancanza di responsabilità nel sostenere i costi energetici, crea inevitabilmente degli sprechi. Si pensi che negli uffici pubblici (dove non esiste una responsabilità diretta al pagamento dell’energia) i consumi pro-capite sono 5 volte superiori rispetto a quelli domestici (dove esiste una responsabilità diretta dei costi).

Il petrolio è una scelta vecchia?

Direi proprio di sì, almeno per molte cose e applicazioni. Si pensi alle buste della spesa di plastica che hanno generato una quantità incalcolabile di danni ambientali. Perché non se ne poteva fare a meno fin da subito e, come si fa oggi, fare la spesa con le borse di stoffa?

L’energia ha un effetto educativo?

L’energia è un bene il cui valore non viene apprezzato in maniera sufficiente nonostante abbia una ricaduta ambientale e sociale molto elevata. Dopo l’educazione sessuale e stradale, sarebbe bene introdurre nelle scuole anche l’educazione energetica. Dobbiamo soprattutto impararne a conoscere il valore ed a non sprecarla.

Vale ancora la pena investire in un impianto fotovoltaico domestico?

In termini economici, la mancanza del “Conto Energia” ha reso sicuramente meno interessante un investimento fotovoltaico. Tuttavia il calo dei prezzi degli impianti ha compensato questa diversa resa economica. Il conto della convenienza è presto fatto. Ogni kW di fotovoltaico installato produce all’anno circa 1000 kWh e quindi con un costo dell’energia elettrica acquistata dalla rete di circa 0,20 Euro/kWh, permette un risparmio di circa 200 Euro all’anno. Se un impianto fotovoltaico costa circa 1200 Euro per kW installato, il tempo di ritorno dell’investimento è di circa 6 anni. Dato che un impianto fotovoltaico dura oltre 30 anni, si può affermare che risulta essere ancora economicamente conveniente (senza considerare tutti gli ulteriori benefici dati dalla sostituzione della fonte fossile con quella rinnovabile).

Lei ha fatto uno studio a Pergine per la centrale di trigenerazione e la centrale di biomassa. Scelte intelligenti?

Credo che oggi non ci possa esimere dall’intraprendere nuove politiche energetiche che aumentino l’efficienza globale degli impianti, come nel caso della trigenerazione, o sfruttino di più le fonti rinnovabili, come nel caso della biomassa. Il legno è sicuramente una risorsa, specialmente per il Trentino. Le Associazioni di categoria hanno valutato che si potrebbero creare in tutta Italia circa 350.000 posti di lavoro con una politica corretta che non porti alla deforestazione ma ad una corretta manutenzione dei boschi.

 

Atto finale sullo “Spalma incentivi fotovoltaico”

La Corte Costituzionale ne ha sancito la legittimità

 

La Corte Costituzionale, con decisione presa il 7 dicembre e anticipata con un comunicato stampa in attesa della pubblicazione della sentenza con le motivazioni, ha dichiarato infondata la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 26, commi 2 e 3 del DL competitività n. 91/2014.

Ma facciamo un passo indietro e ricordiamo brevemente di cosa si tratta.

La “Legge Competitività” (decreto-legge n. 91 del 24 giugno 2014 convertito nella legge n. 116/2014 dell’11 agosto 2014) prevedeva la rimodulazione, al ribasso, delle tariffe per impianti fotovoltaici di potenza nominale maggiore di 200 kW incentivati ai sensi dei c.d. “Conti energia”. Per questo motivo il decreto legge era stato definito “decreto spalma incentivi” e rappresenta sostanzialmente il primo intervento nel settore energetico dell’ex Governo Renzi.

Il 24 ottobre 2014, in seguito alla pubblicazione nella GU del D.M. Sviluppo economico 17 ottobre 2014 erano entrate vigore le modalità applicative e infine il D.M. Sviluppo economico 17 ottobre 2014 prevedeva che i titolari degli impianti fotovoltaici potessero scegliere, entro il 30 novembre 2014, tra le tre seguenti opzioni:

 

a) riduzione dell’incentivo (secondo le percentuali della Tabella Allegato 2, D.L. 91/2014) e spalmatura su 24 anni;

b) rimodulazione “a doppio periodo” con un primo periodo di fruizione di un incentivo ridotto rispetto all’attuale e un secondo periodo di fruizione di un incentivo incrementato;

c) riduzione dell’incentivo dal 6% all’8% (a seconda della taglia) per il periodo residuo di incentivazione.

 

In assenza di comunicazione da parte dell’operatore, il GSE applicava automaticamente la terza opzione. La riduzione dell’incentivo decorreva dal 1° gennaio 2015.

Il decreto aveva l’obiettivo di ridurre gli elevati incentivi concessi ai produttori di energia elettrica da fonte rinnovabile e destinare tali risorse ad alleggerire la bolletta elettrica di piccole e medie imprese e famiglie.

Il contenzioso costituzionale nasce da 46 ordinanze depositate a partire dal 28 dicembre 2015 dal Tar Lazio di Roma, con le quali era stata rimessa alla Consulta la questione di legittimità costituzionale. Ci sono altri 13 giudizi del Tar Lazio aventi ad oggetto la medesima questione di costituzionalità, ma non sono ancora stati calendarizzati per una udienza.

Il grafico sottostante mostra, per un impianto di circa 260 kWp, a seconda del tasso di attualizzazione e dell’opzione di rimodulazione scelta, i minori ricavi esigibili dalle tre opzioni a), b) e c), attualizzati all’anno 2015,  rispetto all’opzione 0 (situazione attuale). Il risultato comporta, in tutti i casi, minori ricavi rispetto all’opzione 0.

 

 

Esenzione accise: l’Agenzia delle Dogane fornisce le direttive procedurali

Chiarimenti in merito all’esclusione dall’applicazione delle accise per prodotti il cui costo dell’energia elettrica incide per oltre il 50% sul costo totale di produzione del prodotto

 

Con la Circolare 22/D del 15 novembre 2016, l’Agenzia delle Dogane chiarisce la portata applicativa della Direttiva 2003/96/CE, recepita nell’ordinamento giuridico italiano con il decreto legislativo n.26 del 2 febbraio 2007. Tale direttiva riguarda la tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità ed in particolare, regolamenta le condizioni necessarie ad ottenere Il riconoscimento del diritto all’esclusione dall’accisa dell’elettricità impiegata per la realizzazione di prodotti sul cui costo finale, calcolato in media per unità, incida per oltre il 50%.

Al fine di garantire un’applicazione omogenea della richiamata disposizione normativa, l’Agenzia fornisce una serie di direttive procedurali. Il riconoscimento avviene tramite richiesta di applicazione della disposizione da parte del soggetto interessato entro l’anno successivo all’annualità oggetto della richiesta, presso l’Ufficio delle dogane competente in relazione all’ubicazione dello stabilimento di produzione ed entro la decorrenza prestabilita.

La richiesta deve essere corredata da una relazione tecnica descrittiva della produzione e dei prodotti ottenuti nel sito produttivo che specifichi il processo produttivo, i costi di produzione diretti ed indiretti e soprattutto il calcolo dell’incidenza del costo dell’elettricità sui predetti costi di produzione. Inoltre, verranno richieste una copia del bilancio di esercizio, dei contratti di fornitura e delle fatture relative agli acquisti di energia elettrica consumata nell’anno oggetto della richiesta. Inoltre, sarà necessario fornire una documentazione accessoria relativa all’impresa richiedente, ed in caso di autoproduzione saranno necessari documenti aggiuntivi come la copia delle fatture e contratti relativi ai prodotti energetici utilizzati per l’autoproduzione stessa.

 

Come ottenere i dati di prelievo di energia elettrica

Indicazioni utili per accedere ai dati di consumo di energia elettrica della propria azienda in funzione del distributore che fornisce il servizio

 

Per lo svolgimento di attività di controllo e di gestione dei carichi elettrici dell’azienda o per il monitoraggio dei consumi può tornare utile poter accedere ai dati delle letture dei contatori dell’energia elettrica della propria azienda. I valori di misura possono essere richiesti puntualmente, ma la maggior parte dei distributori ha un portale web accessibile da internet. Il portale permette all’utente di accedere e consultare lo storico dei consumi e scaricarli per effettuare tutte le elaborazioni necessarie alla redazione di report e grafici. Per poter accedere alla propria area personale è necessario registrarsi e ricevere dal distributore le credenziali di accesso. Proponiamo a seguire alcune indicazioni che possono tornare utili ai nostri clienti.

Per le utenze in media tensione sono disponibili i consumi al quarto d’ora, questi dati si possono recuperare, su diversi portali, in funzione del proprio distributore.

A livello nazionale il principale distributore di energia è E-Distribuzione, nome nuovo di Enel Distribuzione. Tipicamente le utenze con POD che inizia per IT001E sono servite da E-Distribuzione. Si riporta il link per l’accesso ai dati di E-Distribuzione. Il modulo di iscrizione è reperibile al seguente link.

Per la Provincia di Trento il portale dove possono essere recuperati i dati di prelievo è ART, il portale unificato di SET Distribuzione, dove gli utenti, serviti rispettivamente da:

 

• SET Distribuzione (POD: IT221E e IT133E);

• AIR (POD: IT083E e IT150E);

• STET (POD: IT022E e IT102E);

• AGS (IT028E);

 

possono, dopo richiesta accreditamento, trovare i dati dei loro consumi. Si riporta anche il link per la richiesta di accreditamento sul portale ART.

Per la provincia di Bolzano il distributore con il maggior numero di clienti è Edyna distribuzione, nato dalla fusione di SELNET e ETSCHWERKE Reti. Tutti i POD caratterizzati dalla parte iniziale uguale a IT005E e IT250E possono seguire le istruzioni indicate al seguente link per effettuare la registrazione.

Per le utenze servite da INRETE Distribuzione Energia S.p.A. (ex Hera Distribuzione),  POD IT011, il portale è attivo al seguente link. Per le modalità di richiesta dei dati di accesso si rimanda alla pagina dedicata.

Per coloro che non conoscono il proprio distributore, si ricorda che frequentemente sulle fatture del fornitore è riportato anche il nome del distributore con i recapiti. In alternativa a questo link è possibile sfogliare la lista di tutti i distributori italiani con i relativi codici identificativi. Il codice del distributore compone la prima parte del codice POD.

Per qualsiasi informazione potete contattarci per ricevere assistenza nella richiesta di accesso ai vari portali del proprio distributore.

 

Teleriscaldamento di Bolzano: quando l’ingegneria incontra l’arte

Un serbatoio di accumulo di oltre 40 metri d’altezza che renderà la città di Bolzano ancora più bella e illuminata

 

Si stanno ultimando i lavori di realizzazione del nuovo serbatoio di accumulo a servizio del teleriscaldamento di Bolzano (vedi articolo) e lo scorso mese è stato sbloccato anche il secondo intervento importante per quest’opera. Perché di opera si tratta: sia dal punto di vista ingegneristico, che architettonico. Il secondo intervento riguarda il mascheramento dell’intero serbatoio, trasformandolo nella scultura d’arte contemporanea più grande d’Europa. Polo Tecnologico per l’Energia ha curato la progettazione esecutiva ed ora sta seguendo la direzione lavori di costruzione del serbatoio d’accumulo e a breve anche del mascheramento.

Secondo quanto previsto dal progetto, l’impianto di illuminazione sarà composto da un quadro generale, situato ai piedi del serbatoio, da cui si dirameranno 3 dorsali principali di alimentazione. Lungo le dorsali saranno connessi i quadri con le apparecchiature di controllo e comando dei corpi illuminanti.

I 220 corpi illuminanti saranno degli elementi tubolari, lunghi circa 2 metri, con una potenza di circa 20W l’uno. Le lampade saranno fissate internamente, sulle strutture di controvento, ma al contrario di come si possa immaginare, la luce sarà proiettata internamente verso il serbatoio, che a sua volta la rifletterà all’esterno. I corpi illuminanti a LED RGB potranno generare qualsiasi combinazione di colore. Inoltre, saranno controllati separatamente, permettendo infinite configurazioni artistiche e giochi di luce sia fissi che dinamici. 

Di seguito alcune foto del render grafico realizzato dai vincitori.

Per approfondire l’argomento si rimanda all’articolo pubblicato sul quotidiano Alto Adige. II vincitore del concorso di idee per la valorizzazione architettonica del serbatoio di accumulo termico della centrale di teleriscaldamento di Bolzano è stato lo studio Museum39 in collaborazione con l’architetto Valentina Bonato, e l’artista Julia Bornefeld. Sul sito dell’architetto Bonato e di Museum39 sono presentate le scelte architettoniche ed artistiche adottate.

 

Inaugurato il secondo lotto del magazzino ipogeo di Melinda

Ampliato ulteriormente il magazzino sotterraneo più efficiente e tecnologicamente avanzato per la conservazione delle mele

 

La mattinata di oggi, martedì 13 dicembre 2016, marca il raggiungimento di un secondo importante traguardo sia nel settore dell’efficienza energetica che in quello della ricerca sulle avanzate tecnologie nel settore della frigo-conservazione. A distanza di circa due anni dall’avvio del progetto del magazzino ipogeo del Consorzio Melinda è stato inaugurato il secondo lotto, unico esempio al mondo nel suo genere e orgoglio del nostro territorio Trentino. L’ampliamento ha consentito di aumentare lo spazio dedicato allo stoccaggio dei frutti in condizioni di atmosfera controllata, con un conseguente notevole risparmio di energia rispetto alle modalità tradizionali di conservazione.

Polo Tecnologico per l’Energia ha seguito questo progetto fin dalla sua nascita e durante tutta la fase autorizzativa e progettuale degli impianti elettrici e tecnologici a servizio della frigo-conservazione, oltre che ad assumere l’incarico per seguire il progetto di ricerca abbinato a questa importante opera.

Durante le fasi di realizzazione, sono state curate la direzione lavori e il coordinamento dell’installazione di tutti gli impianti tecnologici dei magazzini ipogei. Per approfondire i dettagli del progetto di realizzazione del magazzino ipogeo, vi invitiamo a leggere l’articolo pubblicato lo scorso anno.

All’appuntamento di oggi sono intervenuti: Michele Odorizzi (Presidente Consorzio Melinda), Paolo Gerevini (Direttore Generale Melinda), Franco Paoli (Direttore Reparto Lavorazione Prodotto Melinda), Prof. Maurizio Fauri (Docente Università di Trento e socio di Polo Tecnologico per l’Energia), Livio Fadanelli (Ricercatore Fondazione Edmund Mach), Paolo Forno (Sindaco Comune di Predaia), Silvano Dominici (Presidente Comunità Val di Non) e Ugo Rossi (Presidente Provincia Autonoma di Trento). A seguire alcune immagini della cerimonia di inaugurazione.